Progetto distributivo
I percorsi, che distribuiscono il flusso all’interno di uno spazio, sono l’ossatura razionale di un progetto distributivo.
Pertanto la definizione dei percorsi in un progetto distributivo permette di controllare la densità dei flussi e la dinamicità degli stessi creando delle tensioni spaziali alle diverse scale dal singolo edificio, all’isolato e all’intera città;
dal singolo alloggio si procede quindi verso la scala urbana individuando una gerarchia di situazioni spaziali differenti che permettono una definizione dei diversi livelli.
I percorsi, veri e propri spazi di distribuzione, amplificano la qualità della vita se pensati come occasioni di socialità infatti proiettano l’abitante dalla sfera privata a quella pubblica.
Lo spazio/pianerottolo a X che Adalberto Libera aveva previsto nel progetto del villaggio Olimpico nell’affermazione del professionista superava i limiti della dimensione privata da quella collettiva ed era stato identificato come percorso distributivo e nello stesso tempo zona di sosta e di aggregazione sociale.
Il progetto distributivo di Le Corbusier di Ville Savoye celebrava l’apoteosi della “passeggiata nell’architettura” illustrando come la presenza di una rampa potesse caricare di tensione uno spazio trasformandolo in evento; i molteplici punti di vista assimilabili alle viste di una strada urbana vengono conquistati dal percorso ascensionale e regalano scorci prospettici e percezioni stupefacenti della realtà.
Progetto distributivo e dei percorsi
Il progetto distributivo del tessuto connettivo viene sviluppato con particolare attenzione nelle geometrie che lo definiscono, nella densità dei flussi previsti in un dato tempo, nella facilità di percorrenza, nella percezione materica delle componenti fisiche, nell’illuminazione naturale e artificiale.
Il percorso progettuale fonde, sovrappone e mischia gli spazi di differente connotazione con competenza.
I professionisti di HMM attraverso un’approfondita analisi e una visualizzazione tridimensionale verificano e controllano in fase progettuale la libertà di movimento dei flussi, la chiarezza dei percorsi e delle zone di sosta per raggiungere un confort psicologico dell’individuo e generare relazioni sociali.
Attraverso l’utilizzo di software adeguati si ottiene una visualizzazione tridimensionale di un progetto distributivo, rappresentazione che è in primo luogo uno strumento progettuale, in secondo luogo un vero e proprio mezzo comunicativo.
Costituisce perciò una fase fondamentale per dialogare con la committenza che può così prefigurarsi il progetto nelle sue forme e materiali restituendo concretamente la visione concettuale dei professionisti e garantendo una chiara condivisione delle idee progettuali.